Fundraising è una parola non traducibile in italiano semplicemente con “raccolta fondi”. Deriva dall’unione di due parole inglesi: FUND – fondi, fondi di denaro – e RAISING che significa sviluppare, far crescere, coltivare.
In sostanza il fundraising è ciò che  le organizzazioni non profit (ovvero senza scopo di lucro, che reinvestono tutti gli utili per le proprie finalità) fanno per creare rapporti di interesse fra chi chiede risorse economiche – materiali e umane – e chi è potenzialmente disponibile a donarle. Il fundraising insomma è l’insieme di teorie necessarie a garantire la sostenibilità di una causa sociale, dalla sua organizzazione alla sua promozione con gli interlocutori.

Di fatto, la più grande rete di relazioni a cui oggi possiamo pensare è internet. Ecco perché internet rappresenta uno scenario che le ONP, le organizzazioni non profit, dovrebbero esplorare sempre di più. In realtà, l’utilizzo di internet, così come del marketing, è ancora spesso sottovalutato da molte ONP, contrariate dalle qualità morali di questi strumenti. I canali di comunicazione invece andrebbero considerati come usuali mezzi di contatto, funzionali al raggiungimento della mission e non certo come punti di inferenza che rischiano di modificarne i valori.

Il direct marketing è la modalità più classica per fare fundraising, ma anche eventi, sponsorizzazioni, investimenti sociali, attività commerciali sono attività necessarie e funzionali. Non esiste un unico modello di fundraising: ciò che sta alla base del fundraising è, da sempre, la capacità di instaurare e mantenere relazioni. Ecco perché la gestione del direct email marketing è importante e tanto più delicata nel caso del non profit.

Il direct marketing richiede tempo, dunque pazienza. I ritorni degli investimenti non sono immediati. E’ necessario prevedere un primo periodo di raccolta dati in cui realizzare creatività e testi. I costi di produzione e invio si riducono quando dal direct marketing tradizionale – cioè cartaceo – si passa a quello elettronico. Il raggiungimento del BEP (break event point o punto di pareggio) non dev’essere l’unico obiettivo da valutare. La sensibilizzazione ha nel breve periodo una crescita lenta, ma esponenziale nel lungo termine

Nei prossimi articoli di questa categoria vogliamo approfondire tecniche e modalità. Per ora, cinque consigli da cui partire.

  1. Il direct marketing è una delle fonti primarie di raccolta fondi per un’associazione non profit. Se non fa ancora parte del vostro piano strategico, ragionate su una base di almeno tre anni.
  2. Sviluppare un ciclo completo significa prevedere test, newsletter, ringraziamento, espansione, rinnovo, nuova newsletter.
  3. Scegliere di partire dai donatori già attivi e presenti nel vostro database è una buona scelta per valutare gli effetti. In questo caso il ciclo può iniziare dal ringraziamento.
  4. Disponete fin dal principio un database relazionale, cioè con la divisione dei campi informativi. Rendetelo il più flessibile e ampio possibile, vi sarà utile.
  5. Non improvvisate!