In questo secondo report, consideriamo il grado di diffusione dei vari provider di email presso le aziende Italiane.
Il campione di aziende analizzate è molto ampio (123.526 imprese). Dalla tabella sottostante si possono estrapolare alcune interessanti considerazioni:
La prima considerazione fra tutte è lo “strapotere” di 2 provider sul resto della concorrenza. Il gruppo Telecom con tutti vari servizi/domini (alice, tin, virgilio etc.) ed il gruppo Libero-Wind detengono, da soli, il 71,7% del mercato (88.598 aziende).
L’unico provider che “resiste” è Tiscali, che si attesta (con 19.532 aziende) al 15,8%. Il restante mercato è molto “parcellizzato”.
Fastweb, la cui forte penetrazione commerciale come provider di connettività potrebbe far supporre una maggiore presenza, si attesta ad un deludente 1,06% (1.314 aziende).
Microsoft e Yahoo, due colossi del WEB mondiale, dimostrano anche loro uno scarso appeal in quest’ambito, ottenendo rispettivamente il 2,24 e l’1,57%.
Ancora più sorprendente (e deludente) è il risultato di Google Gmail. Appena 246 aziende che equivalgono allo 0,2%. A quanto pare, la grande e completa dotazione di servizi gratuiti ed innovativi, non basta a convincere l’imprenditore a cambiare provider.
Le conclusioni alle quali si può arrivare sono, tutto sommato, palesi: chi è arrivato prima sul mercato, fornendo email gratuite (o legate alla fornitura di connettività) ha, in pratica, coperto quasi per intero la domanda. Telecom, Libero e Tiscali rappresentano, insieme, l’87,5% del campione.
I colossi d’oltreoceano (Microsoft, Yahoo e Google), nonostante l’ampia gamma di servizi e la competitività degli strumenti offerti, non riescono ad imporsi. Probabilmente la comunicazione promozionale del servizio di posta è stata rivolta prevalentemente “lato consumer”, trascurando il “lato business”.
Per convincere questa tipologia di imprese (già intrinsecamente “difficili”, in quanto non utilizzatrici di email di dominio) a cambiare provider, fugando i dubbi sulla perdita di contatti (legati all’abbandono del “vecchio” indirizzo email) occorre molto di più che dei semplici comunicati stampa e/o del marketing virale.