Ovvero, creare contenuto valido sempre e comunque.

1. Create per un gruppo di persone, non per tutti.

Nella vita di ogni giorno utilizziamo diversi linguaggi, facendo leva su determinate tematiche, a seconda del ricevente delle nostre comunicazioni. Per la stessa ragione comporre un testo che possa interessare equamente tutti i lettori è molto spesso un’utopia. Individuare piuttosto un segmento del proprio target, con i propri interessi e i propri talloni d’achille, è invece una scelta strategica per generare interesse e conversioni.

2. Basatevi su una programmazione

I creatori di contenuti più prolifici non necessariamente elaborano i testi, dall’idea all’articolo finale, nell’arco dello stessa giornata. La redazione di Bancomail ad esempio basa il proprio piano editoriale su una tabella dove ogni autore annota le proprie idee per i futuri temi sulla base di rubriche o argomenti ricorrenti. Specificatamente si tratta di una lista di pensieri in serie: “Migliorare il marketing dei contenuti” è un esempio. Risolviamo il blocco dello scrittore accedendo a questo repository, dove gli argomenti regolari (o obbligati) sono intervallati di idee brillanti archiviate nel tempo.

3. Rendete visuali i concetti

Creare ed ottenere più punti di lettura, consente di aumentare il ROI. La maggioranza dei contenuti che viene condivisa su social network come Facebook, Pinterest o Google+ contiene immagini. Se anche la vostra newsletter è predisposta per il social sharing (se non lo è, fatelo subito!) vincolate il rilascio del vostro contenuto, solo se accompagnato da almeno un’immagine. Un buon trucco è estrarre i contenuti principali del testo (se vi siete ricordati i grassetti, dovrebbe essere facile individuarli) e declinarli dal punto di vista grafico per potenziarne l’appetibilità.

4. Per esempio non è vero che poi mi dilungo spesso su un solo argomento… (Cara Valentina – Max Gazzè)

La semplicità ha per tutti una sorta di fascino, ma spesso è difficile resistere all’impeto di dire tutto, nel modo più dettagliato possibile. Chi scrive contenuti deve opporsi a questo impeto e permettere ai lettori, già sovraffollati da centinaia di informazioni e avvisi, di intravedere senza fatica il valore che distingue il proprio testo da tutti gli altri.

Per amore del consiglio, non mi dilungo.

5. La piramide rovesciata

Proprio in considerazione della difficoltà di convincere il destinatario a terminare la lettura della nostra comunicazione, è utile tenere in considerazione questo metodo mutuato dal giornalismo. Anche per contenuti commerciali o promozionali, è bene dichiarare subito quale sia l’obiettivo della comunicazione, utilizzando il resto dei caratteri disponibili per motivare la bontà degli argomenti.

In questo senso – specie nelle prime comunicazioni, tipiche del permission marketing – meglio concentrarsi sui benefici per il lettore, piuttosto che su una autoreferenziale presentazione della propria azienda che, per la sua naturale imparzialità, non convincerebbe il lettore o peggio, potrebbe in alcuni casi indisporlo.

6. Call to Action

Sia che la vostra e-mail sia stata intercettata dalla Junk Folder, sia che il messaggio – sorprendentemente interessante – abbia generato un tasso di apertura alle stelle, ciò che più importa nell’analisi di una campagna DEM è la valutazione della conversione.

La call to action è la componente principale che spinge il destinatario ad un’azione scelta come conversione, abitualmente tramite clic. Essa è fondamentale per la buona riuscita della campagna e fondamentale nel percorso mentale dell’utente poichè è quel passo, alternativo alla chiusura del messaggio, che apre una strada dopo aver acquisito gli elementi della comunicazione.

Testate diverse formulazioni per la vostra CTA, indicando offerte e date di scadenza: in questo modo potrete esser certi di aver scelto la più adatta al vostro target.