Zeitgeist, in tedesco “lo spirito del tempo”, è un concetto recuperato da Google dalla cultura ottocentesca. Basandosi sull’aggregazione di miliardi di ricerche eseguite dagli utenti, da anni Google raccoglie lo spirito del tempo, raggruppando in classifiche i più importanti eventi degli anni appena conclusi.
Marketing e web: cosa ci lascia il 2010, cosa ci aspetta nel 2011?
- Da 300 milioni di applicazioni mobile scaricate nel 2009, a 5 miliardi. Da 5 milioni di utenti di Foursquare nel 2009, a 200 milioni. Una crescita sull’utilizzo di Twitter del 347% e 200 milioni di iscritti a Facebook.
Dati alla mano, il 2010 è decisamente stato l’anno del Mobile Internet. Le aziende dell’editoria e in generale del mondo dell’informazione, hanno finalmente spostato grosse quote degli investimenti verso i nuovi media. Grazie anche a prodotti come l’iPad, protagonista nel bene e nel male del 2010, l’industria delle notizie si confronterà necessariamente con il social web. Notizie più condivisibili, piuttosto che ricercabili e un consumo più personale. - Il 40% dei rispondenti al sondaggio di Bancomail ad oggi sostiene di integrare strumenti del web 2.0 alle proprie operazioni di email marketing. La previsione è che nel 2011 altrettanti operatori del settore valuteranno le opportunità del social media marketing.
- YouTube è il secondo motore di ricerca più usato al mondo. Il primo lo conosciamo, non c’è bisogno di nominarlo. Siamo certi di aver valutato attentamente l’importanza di video nel social marketing? Non appena i dispositivi mobili passeranno alla banda 4G, la diffusione dei video sarà ancora più globale.
- L’utilizzo di Facebook è salito del 40% rispetto allo scorso anno. Ogni mese vengono caricate nel social network 2,5 bilioni di foto. Presto cambieranno anche le pagine dei brand e verranno probabilmente attivate le nuove funzionalità (come questions e la nuova messaggistica) già attive in America dove Facebook detiene il 25% delle pagine visualizzate. Nel 2011 ci si concentrerà dunque sulla social media optimization (SMO) che permetterà di sfruttare le più diffuse fonti di traffico.
- I Facebook Ads si renderanno sempre più simili a Google AdSense, ovvero copriranno anche siti esterni. Si collegheranno alle pagine di Facebook, riconoscendo l’utente e mostrandogli annunci selezionati in base ai suoi interessi. Una minaccia all’impero costruito da Google che stimolerà la competizione.
- Facebook Places: il lancio della geolocalizzazione da parte di Facebook non ha ancora dato grandi risultati. Ma con l’introduzione dei Deals – simili alle special promo presenti su Fourquare, che continua a dominare il settore – si prevede un ribaltamento degli equilibri. Mentre Facebook tenterà di spuntare il mercato della geolocalizzazione, anche Google farà il suo ingresso (dopo il flop di Latitude) con Hotspot, un recommendation engine ancora in fase di test. Se al momento solo il 4% degli utenti utilizza questo genere di servizi, per il 2011 si prevede l’aumento dell’utilizzo grazie a nuove funzionalità location-based.
- Le ricerche sui brand più famosi al mondo producono risultati che per il 25% sono generati dagli utenti (UCG). Il 78% degli utenti dichiara di fidarsi delle opinioni e recensioni di propri pari, ovvero di altri utenti della rete. D’altronde il 96% degli individui tra 18 e 35 anni è presente su almeno un social network e il 15% dei blogger, passa 10 ore o più sul proprio blog o su altri. I brand dovranno confrontarsi sempre più con gli UCG.
- In quanto a eventi, il caso WikiLeaks ha rappresentato un segnale inconfondibile dell’importanza della trasparenza e del potere comunicativo dell’informazione guidata dal basso. Sebbene nel 2011 Julian Assange e le varie leaks verranno perseguite e rese silenziose, assisteremo nel corso dell’anno alla nascita di una nuova forma di giornalismo e di nuove tipologie d’interazione tra gli informatori e i media.
- I mondiali in Sud Africa sono stati i più virali mai visti fino ad oggi: tra il polpo Paul, il waka waka e le vuvuzela, il write the future di Nike e la celebrazione della Coca Cola, è ormai chiaro che le dinamiche dei grandi eventi mediatici si svolgono anche sul web, da cui traggono velocità.
- Lady Gaga. Sì, perchè non si tratta solo di un fenomeno per quanto riguarda la musica, ma anche per quanto concerne il marketing. Come ci è riuscita? Naturalmente essendo diversa e innovativa. Ma ha soprattutto dimostrato e discusso le sue opinioni. Si è messa in gioco, dando alla stampa e al pubblico un fianco scoperto sul quale poter esser attaccata. Ha utilizzato i social network con costanza e capacità arrivando a oltre 5 milioni di fan su Twitter e 14 milioni su Facebook. Comunicando sempre in prima persona, ha instaurato con i propri fan, chiamati “piccoli mostri”, un rapporto personale e unico. Il caso Lady Gaga insegna che i brand saranno sempre più simili alle media agency.