E come secondo noi l’email può ancora cambiare il marketing

Si pensa spesso che il marketing B2C, rivolto ai consumatori, debba affrontare meno difficoltà nella promozione rispetto al B2B che si svolge tra aziende. Se è vero che il consumatore è una persona, orientata fisiologicamente a provare emozioni su cui fare leva, non è altrettanto vero che le stesse aziende sono guidate da persone?

Questo articolo è pubblicato anche a pagina 69 del numero 27 di Digitalic

Razionalità o emozione, da cosa è guidata una decisione aziendale? Pensiamo solo dalla durata di un ciclo di vendita, la complessità di un processo di acquisto, il numero di potenziali clienti, la natura dei rapporti con i clienti finale, il budget. Eppure, uno studio condotto da Google’s ThinkB2B ha rilevato non solo l’esistenza di una connessione emozionale tra le aziende, ma che questa è superiore a quella che caratterizza tipicamente i rapporti B2C.

Quale canale è privilegiato per stabilire una connessione? Dietro ogni decisione aziendale c’è sempre una persona coinvolta, una persona che possiede emozioni e almeno un’email che controlla da casa, dal proprio ufficio e in mobilità. Un ottimo modo per trasmettere questo equilibrio tra ragione e istinto è proprio l’email che, anche per il 2013, si è confermata una componente base nelle strategie di marketing sia di piccole e medie imprese, che di organizzazioni di grandi dimensioni.

L’email può generare emozione? Per almeno due decenni un fattore limitava le potenzialità  dell’Email Marketing: la tecnologia. Creare contenuto, ottenere e segmentare liste targettizzate, inviare messaggi nei momenti chiave, generare dinamicamente una storia erano operazioni spesso condotte manualmente, dissociate talvolta dagli altri canali utilizzati. Oggi, come è naturale, la tecnologia si è evoluta e consente capacità di analisi e personalizzazione molto avanzate che permettono di stabilire metodologie più complesse di coinvolgimento: dal triggered al sensory marketing, per restare in tema.  Parliamo di cicli di vita dell’email che, su base continuativa, possono generare infinite personalizzazioni.

Quindi l’email non è morta? Se potessimo avere un euro per ogni volta che ci siamo chiesti se l’email non fosse morta, ne avremmo almeno 100 da investire ogni mese! L’email non è considerata il canale più sexy per il marketing è vero, ma da almeno 20 anni è uno strumento potente e onnipresente nella strategia di ogni azienda. In questo 2014, piuttosto che discutere ancora sulle ragioni per cui l’Email detiene uno dei più alti tassi di ROI generato, dovremmo, più semplicemente, integrarlo ancora di più nella nostra strategia.

Quale strategia consigliamo? Bancomail aiuta i professionisti a ottenere il massimo risultato dalle proprie campagne di direct marketing. Molti nostri clienti hanno convertito in positivo il trend delle vendite grazie a campagne di email marketing condotte sulle liste che forniamo: la qualità di ogni nostra anagrafica aziendale consente di effettuare accurate azioni di targetting, avendo la garanzia che tutti i dettagli del contatto siano sempre precisi. E’ fondamentale considerare che il giusto dato email contiene tutto il potenziale per il proprio business: indica l’esatta strada per arrivare direttamente ai clienti che si stanno cercando.