Spesso bollato come un fenomeno isolato e di scarsa rilevanza, il social gaming è in realtà un universo in continua ed esponenziale espansione. Le cifre relative ai volumi di traffico e ricavi intorno ai più popolari giochi sociali non possono lasciare indifferenti. E’ illuminante constatare che quotidianamente decine di milioni di persone si connettano ai loro giochi preferiti e passino su di essi un numero crescente di minuti. Le software house che gestiscono i giochi vantano fatturati record nell’ordine delle centinaia di milioni di euro , con tassi di crescita infinitamente superiori alla media delle aziende operanti nel settore tecnologico.

Gli introiti di queste compagnie provengono da differenti soluzioni:

  1. l’offerta di spazi pubblicitari(banner,footer,links)
  2. il co-branding – ovvero la collaborazione con marchi che inseriscono all’interno dell’applicazione contenuti inerenti le dinamiche di gioco
  3. la vendita di contenuti speciali che permettono di raggiungere obiettivi in minor tempo o di godere di vantaggi esclusivi acquistabili solo attraverso versamenti monetari
  4. sottoscrizioni di abbonamenti-servizi.

La prospettiva più interessante, a livello di marketing e comunicazione pubblicitaria, è la possibilità di offrire messaggi a utenti consapevoli e concentrati piuttosto che contatti distratti ed infastiditi da banner, pop up e quant’altro. I giocatori si recano di proposito e solitamente con continuità sulle pagine del gioco, e le offerte proposte vengono vagliate più attentamente in funzione degli obiettivi che è possibile raggiungere. E’ inoltre utile per le aziende inserire proposte o scambi funzionali alle attività del gioco sia per un discorso di coerenza che di pubblico obiettivo (ad esempio servizi di prenotazioni vacanze in un gioco sugli alberghi o di vendita pneumatici in un gioco automobilistico). L’alto livello di profilazione consente di lanciare messaggi mirati ed efficaci.

La forza del sistema è quella di abbassare o talvolta annullare la soglia di ingresso al mondo dei videogames: non è un caso se secondo gli studi il profilo medio del giocatore non è il ragazzino ipercompetente ma una persona più avanti con gli anni e teoricamente più distante dal settore intrattennimento come lo intendevamo fino a pochi anni fa. La possibilità di confrontatrsi con gli amici, di essere inseriti all’interno di classifiche, il condividere esperienze di gioco, obiettivi, rende l’esperienza del social gaming fortemente interattiva e virale, portando mediamente a dedicare quantità di tempo sempre maggiori, alla ricerca e condivisione di giochi sempre nuovi. E’ inoltre curioso constatare come a fronte di un mercato di giochi “tradizionali” per pc e consolle sempre più perfetti,costosi e simili (se non superiori) ai film, il successo dilagante del social gaming si basi sulle peculiarità del network tralsciando o quasi caratteristiche ritenute prima irrinunciabili come la grafica, il realismo, la profondità. E’ la velocità del rispettivo feedback a rendere vincente la soluzione del free to play: in base ai consensi o alle reazioni dei giocatori la ditta introduce nel gioco modifiche, aggiornamenti, nuove possibilità cercando di venire incontro alle richieste. Allo stesso modo il giocatore è pronto a recepire le novità modificando eventualmente il suo approccio, premiandolo o cancellando l’applicazione. Suddetta velocità potrà essere incrementata e sfruttata dall’espansione del social gaming nel settore mobile: il connubio tra immediatezza e Geolocalizzazione porterà indubbiamente ulteriori apporti a questo business ed ai rapporti socio-commerciali futuri.

Molti analisti ritengono il marketing e l’advertising  legati al social gaming una delle migliori forme di business applicato ai social network. Molti gruppi e multinazionali stanno iniziando ad accorgersi dei panorami offerti da queste nuove tecniche e c’è da giurare che sarà uno dei settori applicativi in maggiore ascesa nei prossimi mesi.