Si tratta probabilmente della più importante notizia dell’anno nel settore delle tecnologie di informazione: parliamo dell’acquisizione da parte di Microsoft di Skype per per 8,5 miliardi di dollari. È un’operazione estremamente interessante per una serie di motivi ma anche strana per altri. È indubbio che l’idea del colosso di Redmond sia quella di poter accedere agli oltre 600 milioni di iscritti al servizio di chiamate gratuite e poterne attrarre una sostanziosa parte verso i nuovi Windows Phone: ma i vantaggi non si fermano qui. Il software alla base di Skype infatti si adatta benissimo ai servizi legati a Messenger, Xbox Live ed altri facenti parte dell’universo Microsoft per cui si potrebbe dare origine ad una efficacissima e trasversale integrazione. La partita si gioca proprio intorno a questa parola, “integrazione”, un fattore che finora Microsoft non ha sempre gestito nel migliore dei modi (emblematici alcuni casi del recente passato). Il proposito è quello di inserire Skype all’interno del futuro Windows 8 sia per pc che per tablet, stringendo l’occhio anche al settore dei devices portatili – smartphone in particolare. La strategia di acquisizioni infatti non sembra essere finita e l’acquisto di Skype si inserirebbe in un piano che mira a trasformare Microsoft in produttore di hardware, software e gestore di servizi: obiettivo percorribile solo attingendo a know how aziendali specifici. Il progetto mirerebbe quindi ad un’acquisizione ancora più clamorosa, quella del gigante finlandese Nokia, da tempo in crisi pur rimanendo maggior produttore mondiale. Microsoft sembra quindi fermamente intenzionata a portare la sfida a Apple a tutto campo, ingolosita dai guadagni record dovuti all’Iphone. Le perplessità degli osservatori si concentrano principalmente sulla velocità e sui costi dell’operazione, valutati molto più alti dei reali valori di mercato. Si pensa ad una sorta di blitz eseguito nella paura che ad accaparrarsi skype potessero essere Facebook, Google o Cisco, che già avevano fatto offerte ma molto più basse della cifra sborsata da Microsoft. Questa lettura, ovvero quella di un gigante che si muove in affanno e senza riflettere dopo aver accumulato un colpevole ritardo nel settore mobile rispetto ai concorrenti può sicuramente essere calzante anche se è sempre bene ricordare che stiamo parlando di una delle aziende più celebri e importanti di questo ambito. Nel recente passato ci aveva già provato Ebay a comprare Skype, salvo poi rivenderla dopo poco tempo a causa dei mancati guadagni che ne derivarono. Microsoft dovrà per prima cosa pagare i debiti accumulati da Skype poiché, nonostante l’estrema popolarità del servizio, solo l’1 per cento dei fruitori utilizza sistemi a pagamento mentre la stragrande maggioranza ne sfrutta solo le chiamate gratis via internet (VoIP). Secondo altri osservatori la mossa della casa di Redmond sarebbe invece finalizzata ad una intensificazione del rapporto con Facebook (di cui detiene l’1,6 per cento) che proprio con Skype aveva grandi progetti: pensiamo quindi ad una Microsoft intenzionata a rappresentare l’inevitabile tramite tra i due servizi. Il costo dell’operazione e le sue incerte prospettive hanno fatto riflettere molti operatori del settore sulla possibilità di una “bolla 2.0”, visto anche l’aumento sconsiderato dei valori di titoli e azioni di molte aziende – pensiamo a Facebook, Twitter, Linkedin, Groupon solo per citarne alcuni – la cui discesa nel mercato azionario pare ormai imminente. La speranza ovviamente è quella che certe mosse non siano dettate dal caso, dall’incompetenza o dalla speculazione bensì siano di difficile giudizio proprio perché inserite in logiche macroscopiche e in continua evoluzione. Di certo c’è che sarà come sempre il tempo a chiarici molti di questi dubbi. Alleghiamo un’eloquente infografica realizzata da Focus.com