Era nell’aria già da diverso tempo ma ufficialmente Google non si era ancora scucita al riguardo: il 26 maggio la casa di Mountain View ha però definitivamente lanciato il suo servizio ufficiale di portafoglio virtuale – pagamento rapido, Google Wallet.

Il sistema sfrutta la tecnologia NFC ( near  field communication) ovvero sarà sufficiente avvicinare il proprio smartphone ad un’apposita piattaforma per eseguire transazioni. Questo grazie alla sincronizzazione precedentemente eseguita dei propri codici di carte di credito, oggetto che d’ora in poi non sarà più necessario portare con se. Il sistema di sicurezza è garantito e si dovrà digitare il proprio pin direttamente dal proprio dispositivo, minimizzando così le possibilità di clonazione.

Fondamentale per questo nuovo ambito è senza dubbio il discorso delle partnerships: trattandosi di una fase iniziale, (il lancio è previsto entro la fine dell’estate) solo alcune città statunitensi potranno usufruire del servizio, e solo con determinate catene. Ma c’è da giurare che qualora questa tecnologia dovesse rivelarsi vincente – e non abbiamo motivo di supporee il contrario viste le premesse – saranno numerosissimi coloro che desidereranno sfruttarla, sia sul lato della vendita, dell’utenza e della gestione.

Per ora è sicura la partnership tecnica col gruppo Mastercard, Citi, Sprint, First Data e l’utilizzo sul supporto Android.

Per quanto concerne i partners commerciali per il momento abbiamo la conferma di alcune catene di New York e San FranciscoSubway, ToysRus, FootLocker, Guess, Macy’s, Coca Cola – le prime città ad usufruire di questa piattaforma.

Gli esercenti potranno scegliere se avvalersi di Google Offers – un sistema di offerte geolocalizzate simile concettualmente ai servizi di Groupon – o solamente del sistema di pagamento con denaro virtuale. Per facilitare la diffusione Google introdurrà anche una carta prepagata utilizzabile in maniera convenzionale: i punti vendita che si appoggeranno alle nuove forme di pagamento saranno dotati di stickers e segnali di riconoscimento (come già avviene con Foursquare ed altri).

La scelta di Google è una sorta di sasso nello stagno in un settore in rapida ascesa e che promette di essere una delle chiavi di successo per i futuri operatori: molti gruppi erano in attesa che qualcuno facesse il primo passo, sarà interessante vedere ora quali saranno le reazioni.

Da tempo si vocifera che il prossimo iPhone includerà la possibilità di eseguire pagamenti rapidi, come è praticamente certo che il gruppo Visa – diretto avversario di Mastercard – sia pronto ad entrare sul mercato dopo aver stretto una seie di alleanze strategiche, tra cui  Bank of America, Chase, US Bank, Wells Fargo. Questa piattaforma, chiamata Digital Wallet, dovrebbe essere attiva entro l’anno ed attraverso una completa serie di opzioni permetterà di gestire pagamenti e transazioni a vari livelli, anche solo con username e password o con autenticazioni più sicure e controllate, sia in negozi fisici che on line o su social network, scegliendo di volta in volta a quale conto fare riferimento e in quali modalità.

Nell’attesa che si instauri una vera e propria concorrenza sono già iniziate le schermaglie legali, nella fattispecie un’accusa di Paypal a Google di aver rubato tecnolgie avversarie attraverso l’assunzione di un paio di elementi chiave proprio del gruppo Paypal. Non è un mistero che le due aziende stessero lavorando da tempo all’elaborazione di un servizio comune di pagamento online ma evidentemente la compagnia di Mountain View ha deciso di accelerare i tempi e saranno i tribunali a stabilire se con mezzi ortodossi o meno.

Pur trattandosi di un’innovazione non da poco, che comporta peraltro un considerevole salto funzionale per i dispositivi portatili che d’ora in poi vedranno espandersi il loro raggio d’azione ben oltre i vecchi confini, anche i più scettici concordano sul fatto che il carisma e la fiducia riconosciute ad un gigante come Google saranno un importante risorsa per veicolarne l’efficacia e superare le inevitabili perplessità iniziali. Siamo probabilmente di fronte a un cambiamento epocale nelle modalità di esecuzione delle transazioni economiche.