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Il signor Rossi, il sig. Bianchi e la privacy nell’email marketing

Ore 9.00 di una giornata primaverile. Il signor Piero Rossi, noto produttore di materassi della provincia di Brescia, sta percorrendo l’autostrada per raggiungere la sua azienda.

Lungo il percorso decide di fermarsi all’autogrill per fare colazione e, scendendo dall’auto, nota su un cartellone la pubblicità di un albergo sulla riviera ligure. Il cartellone riporta, oltre ad uno splendido panorama della costa, informazioni sulla struttura e, naturalmente, tutti i dati per poter contattare l’albergo: indirizzo postale, telefono, sito web ed indirizzo email.

Il signor Rossi, che da tempo sta pensando ad un meeting nazionale con i centoventi rivenditori dei suoi materassi sparsi sul territorio, immagina che l’albergo pubblicizzato possa essere la location ideale. Deve presentare la nuova gamma di prodotti e un bel panorama, magari unito alla fortuna di una giornata di sole, potrebbe essere il contraltare alle noiose descrizioni tecniche. Questo convincerebbe anche i rivenditori più ostici agli spostamenti a partecipare.

Decide di contattare l’albergo per richiedere la disponibilità di una sala riunioni da 120 posti e una ventina di camere di albergo (per i rivenditori più distanti). Per comodità e possibilità di essere esaustivo nei dettagli, decide di farlo via email.

La domanda è: può farlo? O meglio: può il sig. Rossi scrivere all’indirizzo email dell’albergo per avere le informazioni di cui necessita, senza in questo modo violare la normativa sulla privacy?

Tutti quanti risponderete in modo affermativo: “Certamente! Il sig. Rossi può scrivere senza dubbio via email per ricevere informazioni! D’altronde è lo stesso albergo ad aver indicato nelle modalità di contatto proprio l’indirizzo email!

Bene.

Ore 9.15 della stessa giornata primaverile. Il sig. Giovanni Bianchi, anch’egli produttore di materassi della provincia di Brescia, sta percorrendo lo stesso tratto autostradale. La sua fabbrica dista pochi chilometri da quella del suo concorrente.

Anche lui si ferma nello stesso autogrill, come fa ogni giorno. A volte capita che i due si incontrino e, a dispetto della concorrenza, che facciano anche due chiacchiere parlando di calcio o politica.

Scendendo, nota anch’egli la pubblicità dell’albergo. Normale, la foto panoramica è molto bella e poi si sa: i lombardi hanno una passione per il mar Ligure.

Il sig. Bianchi non ha una rete di rivenditori estesa come il sig. Rossi. Predilige vendere il proprio prodotto direttamente all’acquirente. In questo modo può essere più competitivo nei costi e personalizzare l’offerta in base alle specifiche del cliente.

Nondimeno però, mentre vede il cartello, pensa che potrebbe contattare l’albergo. Lo farebbe per due motivi: sapere quanto costerebbe una settimana per sé e sua moglie in Agosto, ma soprattutto per proporre i propri materassi all’albergo.

Il sig. Bianchi sa, o quantomeno ne è fermamente convinto, quanto importante sia un buon sonno per convincere i clienti di un’albergo a ritornarci. I suoi materassi sono di eccellente qualità e costano meno della concorrenza.

Decide, per non disturbare telefonicamente l’albergo e per poter essere esaustivo nell’offerta, di usare l’indirizzo email.

Ottimo, la domanda è sempre la stessa: può farlo? O meglio: può il sig. Bianchi scrivere all’indirizzo email del cartellone pubblicitario per avere le informazioni e proporre la sua offerta, senza violare la normativa sulla privacy?

Credo sinceramente che la maggior parte risponderà in modo affermativo: “Il sig. Bianchi , allo stesso identico modo in cui lo fa il sig. Rossi, può utilizzare l’indirizzo di posta indicato nel cartellone”.

Alcuni invece si porranno l’ennesima, oziosa domanda: “E’ spam? E’ posta indesiderata?”.

Io sinceramente mi unisco alla maggioranza. Quell’indirizzo può essere utilizzato, da chiunque lo noti, sia per domandare che per offrire informazioni.

Se io, che sono il proprietario dell’albergo, decido di inserire l’indirizzo email in un cartellone pubblicitario, implicitamente autorizzo chiunque lo veda ad utilizzarlo. Che sia per prenotare le mie camere, per organizzare meeting e perché no, per propormi materassi.

Al massimo potrò, sempre che ne abbia voglia e tempo, dire al sig. Bianchi che i suoi materassi non mi interessano o invitarlo a scrivere ad un altro indirizzo, preposto a valutare le offerte.

Lo spam è, decisamente, un’altra cosa.

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