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Google May Day

Una riduzione degli accessi provenienti da Google. In breve è un fenomeno che pare verificarsi su alcuni siti negli ultimi giorni e che è stato ironicamente ribattezzato Google May Day, in considerazione non solo del riferimento al famoso di messaggio di soccorso, ma anche al mese (maggio, in inglese may) in cui si è presentata questa circostanza. In particolare sembra che questo fenomeno avvenga esclusivamente sulle cosiddette chiavi long tail, ovvero quelle costituite da tre o più termini che costituiscono però circa il 75% sul totale delle ricerche effettuate su Google.

C’è chi parla di una perdita del 50% del traffico in pochi giorni, chi addirittura del 90%. In realtà ancora la situazione non è chiara.  Tra le motivazioni più accreditate vi è quella secondo cui Google  sta snellendo il proprio database e dunque l’indice di ricerca. Questo fatto è forse da collegarsi al recente annuncio di una nuova infrastruttura chiamata Caffeine che permetterà a Google di aumentare la velocità delle ricerche.

Tedster, amministratore di Webmaster World ha citato un brevetto per spiegare il suo punto di vista:

Mi chiedo se Google abbia fatto delle modifiche nel suo approccio relativo all’indicizzazione “phrase-based” – qualcosa che l’infrastruttura di Caffeine rende fattibile. Di recente, in quell’ambito c’è stata una certa attività dal punto di vista dei brevetti.
L’indicizzazione di frasi è normalmente evitata a causa della potenza di calcolo e dei requisiti di memoria necessari per identificare tutte le possibili frasi con 3, 4, 5 o più termini.
Per esempio, partendo dal presupposto che ogni 5 parole potrebbero costituire una frase, e che un grosso “corpus” potrebbe contenere almeno 200.000 termini univoci, si arriverebbe ad un numero di possibili frasi che nessun sistema potrebbe attualmente memorizzare o manipolare a livello di codice.
In altre parole, fino a poco tempo fa le query per frasi lunghe potevano ritornare un risultato “best guess” utilizzando una serie di fattori secondari – ma ora Google ha l’infrastruttura per indicizzare in modo più diretto le frasi più lunghe.
E’ solo un brainstorm, e non ho dichiarazioni di fatto in tal senso. Ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

In sostanza Tedster afferma che solo un sito che riceve la maggior parte di visite da ricerche di tipo long tail può rilevare questo cambiamento, a fronte tra l’altro di un monitoraggio già attivo su questa linea.
Sul fatto che sia avvenuto un cambiamento di Google comunque si concorda, d’altronde Matt Cutts, dalla divisione Search Quality di Google, ha dichiarato che dietro al May Day c’è una modifica degli algoritmi di Google. Quello nuovo, in breve, darebbe minor peso alla combinazione esatta delle chiavi di ricerca per ponderare, sul senso complessivo del documento web, la rilevanza e l’autorità delle trattazioni (agendo sul ranking).
Questo significa che i siti che rilevano una riduzione del traffico continuano ad essere indicizzati da Google, ma ottengono un posizionamento inferiore. Stando alle dichiarazioni di Matt Cutts il cambiamento impatta maggiormente sulle chiavi di tipo long tail in quanto generano un largo numero di ricerche come aggregati, ma un numero molto basso di traffico individuale.

Per questa ragione i cambiamenti sembrano avvenire principalmente su siti molto grossi con contenuti specifici slegati tra loro: un esempio sono i portali di e-commerce che contengono schede di molti prodotti, ma non generano una considerevole quantità di link esterni né hanno un particolare valore aggiunto sui temi trattati.

Nel caso di siti che hanno strutturali difficoltà ad attirare link esterni cosa si può fare? Il suggerimento per il momento è quello di cercare di isolare le query svalutate e individuare invece quelle vincenti in modo da evidenziare le qualità che entrano in gioco.

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