L’analisi aggiornata stravolge i risultati del vecchio report. E’ oltre il 55% la percentuale di aziende Italiane che ha un proprio dominio internet ma più del 45% usa ancora le email “free”. Analizzando i liberi professionisti la situazione è ancora più accentuata.
Il report presente prende in considerazione, anche questa volta, il peso degli indirizzi email “free” rispetto agli indirizzi email di dominio, nel mondo dell’impresa. Per indirizzi “free” si intendono tutti quelli, di norma gratuiti, forniti da provider nazionali specializzati in questo settore (es. Libero, Tiscali, Gmail etc.) . Per indirizzi di dominio si intendono invece quelli legati al sito Web dell’impresa stessa (es. www.nomeazienda.it).
Il campione preso in considerazione è molto ampio, 495.649 aziende. Come si evidenzia anche dal grafico, la percentuale di aziende con indirizzo “free” è molto rilevante (44,26%), al punto da costituire quasi la metà del totale.
Rimane praticamente immutata e molto diffusa l’anomalia di aziende con dominio “proprietario” (www.azienda.it), ma con indirizzo email “free” (es: nomeazienda@libero.it), che si attesta al 9,5% del totale degli indirizzi free.
Anche in questa analisi, sui risultati incide la presenza dei “liberi professionisti“, ovvero 94.241 anagrafiche.
Come si può evincere dalla seconda immagine , la percentuale di email “free” tra i professionisti è molto alta e si attesta al 68,27% del totale.
In leggera diminuzione l’abitudine ancora diffusa (e sempre criticabile) di condividere un indirizzo email (di norma “free”) tra due o più professionisti (7,4% del campione).
Questo è un dato che deve far riflettere, addetti ai lavori e non. Il dominio internet (e relative email), a prescindere dall’avere un sito internet funzionante, dovrebbe costituire un “must” per le aziende, come i biglietti da visita o la carta intestata.
Discorso ancor più valido per i liberi professionisti, per cui il sito internet costituisce spesso uno dei pochi veicoli promozionali per lo sviluppo della propria attività, senza i pesanti vincoli dettati dagli ordini professionali.
Il fatto che ci siano così tante aziende e professionisti che decidono di fare a meno di questi indispensabili complementi, a fronte di costi irrisori (25-40 euro/anno per dominio + n caselle email) merita una valutazione attenta.
La paura manifestata da molte aziende intervistate, ovvero la paura di “perdere” i contatti a seguito dell’abbandono del vecchio indirizzo, incide sicuramente sul comportamento.
La carenza comunicazionale da parte dei provider e delle web agency, soprattutto nel fugare queste paure dettate dalla scarsa familiarità ha un peso ancora maggiore.